Si tratta di intossicazioni di solito passeggere e a conclusione benigna, la cui gravità varia dai banali fatti lassativi a situazioni ben più virulente e gravi; responsabili sono una lunga serie di funghi dichiarati: "Tossici".
Intossicazioni analoghe si sono riscontrate anche in seguito al consumo di specie normalmente dichiarate "commestibili": in particolare, Clitocybe Nebularis, Armillaria Mellea s.l., Macrolepiota del gruppo Rhacodes , Leucoagaricus Leucothites (Lepiota Naucina) e persino i Boletus del gruppo dell’Edulis. Mentre per le prime è ormai accertata almeno una tossicità di tipo termolabile, per L. Leucothites pare si possa asserire che il fungo, abitudinario di parchi e giardini anche urbani, sia veicolo di una tossicità indotta e assorbita da terreni inquinati. Sconcertano, ma occorre prenderne atto, le problematiche insorte relativamente al consumo dei Porcini.
PRINCIPALI SINTOMI
Data la quantità di specie responsabili, la sintomatologia può variare notevolmente: da semplice dissenteria a coinvolgimento di tutto l’apparato gastrointestinale con nausea, vomito, cefalea, vertigini, sudorazione, dolori epigastrici, etc. Per quanto concerne le intossicazioni da A. Mellea s.l. e da C. Nebularis la sintomatologia prevede prevalentemente: vomito, diarrea, dolori e crampi addominali a volte con frequenza e intensità tali da simulare una sindrome falloidea che impone un trattamento aggressivo in attesa e/o in mancanza di riconoscimento micologico.
LATENZA
Talvolta già alla fine del pasto, di norma entro 6-8 ore, ma per A. Mellea s.l. e C. Nebularis, la latenza può raggiungere le 10-12 ore.