Specie non consumate, assenza di criticità.
Specie non consumate tradizionalmente, che per le loro caratteristiche complessive non presentano interesse a fini alimentari. Risultano prive sia di problematiche tossicologiche documentate in caso di consumo occasionale, sia di evidenze di confondibilità con specie tossiche. Occasionalmente e / o in determinati ambiti territoriali alcuni di questi funghi possono essere ammessi al consumo.
Vengono definiti “privi di valore/interesse alimentare” i funghi che, per quanto sappiamo, non presentano problemi di sicurezza alimentare, ma che non sono tradizionalmente consumati e hanno caratteristiche complessive che non giustificano la loro introduzione fra le specie alimentari. Si citano, a tale riguardo, alcuni esempi delle caratteristiche che in genere sono alla base dell’assenza di consumo alimentare: dimensioni minime e assenza di carnosità (es. Omphalina s. l., alcune Hygrocybe, ecc.), consistenza coriacea-legnosa (vari funghi poliporoidi), presenza di cattivi odori o sapori (es. Phallaceae e Clathraceae in ambito europeo), oppure crescita sporadica e poco abbondante (es. Limacella spp., Pluteus spp. e altri). Pur avendo complessivamente poca importanza ai fini alimentari, occasionalmente e/o in determinati ambiti territoriali alcuni di questi funghi possono essere ammessi al consumo.