CAPPELLO 100-250 mm, inizialmente sferico, ovoidale, poi emisferico-campanulato, infine appianato, con grosso umbone ottuso, la cuticola ornata da squame pileiche concentriche, di colore nocciola ocraceo, talvolta più o meno brunastro o rossastro, su fondo chiaro, il margine eccedente, frangiato.
LAMELLE libere, fitte, bianche, poi ocra.
GAMBO fino a 200-350 (500) x 10-20 mm, slanciato, cilindrico, con la base dilatata in un bulbo evidente, farcito, poi cavo, screziato da bande brunastre distanziate che lasciano intravedere la carne crema sottostante, subliscio al di sopra dell'anello. Anello doppio, mobile, biancastro all'esterno, con la pagina inferiore brunastra.
CARNE bianca, immutabile, con odore gradevole, fungino, e sapore di nocciola.
MICROSCOPIA spore ellissoidali, lisce, ialine, con poro germinativo, 12,5-17,8 x 8,5-11 µm. Basidi clavati, tetrasporici. Pleurocistidi assenti. Cheilocistidi clavati. Epicute formata da un tricoderma Pigmento parietale dominante. Giunti a fibbia rari.
HABITAT isolata o gregaria nei boschi di latifoglie e di conifere o nei prati, molto diffusa e comune, dall'estate a tutto l'autunno.
NOTE - E la "mazza di tamburo" per antonomasia, commestibile ricercatissimo, di buona qualità. Non ci sono problemi di determinazione. Basta osservarne la grande taglia e la silhouette, che giustificano il nome tedesco di "parasol" , il gambo tigrato e il caratteristico anello doppio, mobile.