CAPPELLO 50-200 tmn, mizialmence campanulato, poi convesso, alla fine appianato, con o senza un umbone basso, il margine ondulato, involuto, lobato, la cuticola grigio più o meno chiaro, con riflessi sericei, metallici, oppure grigio piombo, talvolta grigio brunastro, pruinosa, vergata radialmente da fini fibrille argentate.
LAMELLE profondamente smarginate, quasi libere, piuttosto spaziate, arcuate, poi più o meno ventricose, di un tipico colore giallo, presto rosa giallastro salmone o rosa ocraceo, con il filo seghettato, concolore.
GAMBO 50-140 - 15-35 mm, slanciato, cilindrico o flessuoso, spesso allargato ma talvolta anche attenuato alla base, sodo, pieno poi farcito, bianco, pruinoso all'apice, segnato longitudinalmente da fibrille sericee.
CARNE bianca, soda, non igrofana, con odore forte, farinoso ma sgradevole e sapore sgradevole, disgustoso.
MICROSCOPIA spore subisodiametriche, con 6 lati, 8,5-11,0 x 7,5-8,5 µm. Basidi tetrasporici, con giunti a fibbia. Cheilocistidi assenti. Epicute formata da una ixocutis. Pigmento intracellulare. Giunti a fibbia presenti.
HABITAT nei boschi di latifoglie, preferibilmente Quercus e Faous, da fine estate al tardo autunno, abbastanza comune.
NOTE - Malgrado il suo aspetto carnoso, invitante, e l'odore, talvolta gradevole, di farina, questa specie è sicuramente pericolosa, essendo causa di sindromi gastroenteriche anche gravi. Un rischio supplementare deriva dalla sua somiglianza con Clitocybe nebularis, fungo largamente consumato in certe regioni d'Italia, con la quale spesso condivide habitat e periodi di crescita. Quest'ultima presenta il cappello non fibrillato, lamelle, più o meno decorrenti, separabili, color crema biancastro, e un odore molto particolare, differente.