BASIDIOCARPO fino a 100 (150) mm, composto da una gleba fertile protetta da due strati corticali (endo- ed esoperidio) sorretta da una base sterile di consistenza sugnoso; suboloboso o subellissoidale con breve pseudogambo più o meno differenziato; all'inizio largamente convesso nella parte superiore, poi tronco-appianato; superficie esterna dell'esoperidio liscia, increspato-rugolosa e poi dissociata in areole; da bianco latte a grigio ocraceo pallido. Attan erso le fessurazioni prodotte dalle areole nell'esoperidio si può osservare 1'endoperidio che, a maturazione, si presenta grigio-bruno ed infine bruno scuro; negli adulti il peridio si lacera in modo piuttosto esteso ed irregolare per consentire la dispersione delle spore e lasciando per molto tempo sul terreno la base spugnosa, poco marcescibile, ormai uniformemente bruna.
GLEBA bianca, poi giallognola, verdastra, oliva, infine bruno-olivacea o bruno cioccolato; di consistenza abbastanza molle, poi polverosa.
MICROSCOPIA spore globose, con superficie cerrucosa di diametro 4-5 µm, brunastre al microscopio. Sporata bruno oliva in massa.
HABITAT isolato o in gruppi di alcuni individui, talvolta con più esemplari uniti alla base, nei prati e nei pascoli di montaena dall'estate all'autunno: ricorrente
NOTE - Da fine estate, passeggiando per i prati montani, ci si imbatte sovente nei resti brunastri ed incorruttibili di questa grossa "vescia"; tali residui, infatti, possono persistere sul terreno da un anno con l'altro. Si può confondere con alcune Lycoperdaceae, del pari commestibili, come Langermannia gigantea, più grande, con esoperidio liscio e pressoché priva di pseudogambo. C. utriformis è morfologicamente molto simile a Vascellum pratense del quale, di primo acchito, sembra essere una forma gigante.